«Questi, che mai da me non fia diviso» (Inf. V, 135) - pp. 3-12
Il celebre episodio di Paolo e Francesca è qui rivisitato da un’interpretazione
singolare che cancella definitivamente l’alone romantico che su di esso si era
accumulato nel corso del tempo. Facendo leva su alcuni aspetti non sufficientemente
considerati che il testo stesso ci indica e, soprattutto, sul sistema della
poena sensus sul quale poggia il principio del contrapasso, il saggio insiste sulla
inusuale condizione in cui sono ritratti i corpi dei due amanti e su una nuova
visione della pietas di Dante che ne provoca l’irrepetibile svenimento.
★
The famous episode of Paolo and Francesca is here revisited by a singular interpretation
that definitively cancels the romantic halo that had accumulated over
the course of time. Leveraging on some aspects not sufficiently considered that
the text itself indicates to us and, above all, on the poena sensus system on which
the principle of contrapasso rests, the essay insists on the unusual condition in
which the bodies of the two lovers are portrayed and on a new vision of the
pietas of Dante which causes the unrepeatable fainting.
Gáldrick de la Torre Ávalos
Garcilaso de la Vega lettore di Vittoria Colonna: per una interpretazione del sonetto Clarísimo marqués, en quien derrama* - pp. 13-39
Nel presente studio si realizza una lettura critica del sonetto XXI di Garcilaso,
diretto a un «clarísimo marqués», che alcuni studiosi hanno identificato nella
persona del marchese del vasto alfonso d’avalos. attraverso un esame delle fonti
e un’analisi del ritratto poetico del marchese nel contesto più ampio del petrarchismo
e dell’umanesimo meridionale, con particolare attenzione al cenacolo
d’ischia, si apportano nuovi elementi a favore di tale identificazione.
★
The present study furnishes a critical reading of Garcilaso’s sonnet XXI, addressed
to a «clarísimo marqués», whom some scholars have associated with
the marquis of Vasto Alfonso d’Avalos. By means of an examination of the
sources and an analysis of the poetic portrait of the marquis within the wider
context of Petrarchism and southern Humanism, with particular reference to the
cenacle in Ischia, it supplies new evidence in support of such an identification.
Alviera Bussotti
Alfieri e i soggetti storici moderni nelle pagine del «Conciliatore» - pp. 41-58
L’articolo affronta il dibattito sorto nella rivista milanese «il Conciliatore» sui
soggetti storici moderni e sul loro impiego nella tragedia di Alfieri. Prendendo
in esame i contributi e le recensioni di Silvio Pellico, Ermes visconti, Giuseppe
Nicolini e Ludovico Di Breme, il saggio intende mostrare come i giudizi espressi
sulla produzione dell’Astigiano siano da ricondurre alla promozione da parte
del ‘foglio azzurro’ di una tragedia ‘nazionale’ italiana fondata sul recupero
della storia medievale e moderna.
★
This articles looks at the debate that developed in the Milanese journal «Il Conciliatore
» concerning modern historical subjects and their utilization in Alfieri’s
tragedies. By examining contributions and reviews by Silvio Pellico, Ermes Visconti,
Giuseppe Nicolini and Ludovico Di Breme, it sets out to show how their
opinions on Alfieri’s writing go back to the journal’s promotion of a ‘national’
Italian tragedy founded on medieval and modern history.
RAFFAELE CAVALLUZZI
La vita degli uomini come “storia di sangue e corpi nudi”. Personaggi omodiegetici del Sentiero dei nidi di ragno di I. Calvino - pp. 59-75
Violenza bestiale dei nazifascisti, rancorosa crudeltà dei combattenti di una
guerra di liberazione che sfiora il conflitto ‘civile’, estrema miseria degli ultimi,
misoginia di un sesso senza remore, nel primo grande romanzo di Calvino sono
filtrati dallo sdoppiato punto di vista dei due personaggi omodiegetici del piccolo
Pin e del commissario comunista Kim, mentre la spietatezza della vicenda
è avvolta, in fondo, dall’ingenuo alone fiabesco – tenero e ad un tempo ruvidamente
realistico – di un riscatto di sapore chapliniano.
★
Beastly Nazi violence, spiteful cruelty of soldiers in a war of liberation that
borders on a ‘civil’ conflict, extreme misery of the latter, misogyny of a sex without
any scruples, in Calvino’s first great novel are filtered through the twin
viewpoints of two homodiegetic characters, the little Pin and the Communist
commissioner Kim, whilst the ruthlessness of events is surrounded, deep
down, by a naïve, fairy-tale halo – at the same time tender and roughly realistic
– of redemption in a Chaplinesque sense.
GIOVANNI DE LEVA
La guerra dei padri. Beppe Fenoglio e il primo conflitto mondiale - pp. 77-92
Il saggio ripercorre l’inchiesta storico – narrativa sul primo conflitto mondiale
che Beppe Fenoglio sembra svolgere tra Un giorno di fuoco (1955) e I penultimi
(1962-1973), alla ricerca d’un raccordo politico e morale tra la Grande Guerra e
la Resistenza. Si tratta d’un percorso accidentato, che tra l’altro vede lo scrittore
cambiare radicalmente posizione sul conflitto, prima di riuscire a tracciare una
linea genealogica e una tradizione culturale di riferimento.
★
This essay surveys the historical-narrative inquiry into the First World War that
Beppe Fenoglio seems to carry out between Un giorno di fuoco (1955) and I penultimi
(1962-1973) in a search for political and ethical links between the Great War
and the Resistance. It is a bumpy ride in which the author alters radically his
position concerning the war, prior to tracing a family tree and a cultural tradition
on which to base his research.
Meridionalia
FLORA DI LEGAMI
Un ironico gioco di contrappunti. Il Decameroncino di Luigi Capuana - pp. 95-114
Il Decameroncino è testo emblematico, nell’officina letteraria di Capuana, di una
costante ricerca teorica sulla forma della novella moderna. Il rapporto esibito
con l’opera di Boccaccio permette allo scrittore di Mineo di istituire un sapiente
gioco di riprese e ribaltamenti, tessuto col doppio filo del contrappunto ironico.
L’organico sistema del Decameron è rimodulato nel senso del frammentario.
Tramite un fantastico inquieto e paradossale, la narrazione sospende criteri di
realismo determinista per alludere alla complessità del vero e della scrittura che
lo figura.
★
Within Capuana’s literary output, the Decameroncino displays a constant theoretical
interest in the form of the modern short story. The relationship with Boccaccio’s
work allows the writer skillfully both to reuse and to turn upside-down
the source text in an ironic counterpoint. The organic system of the Decameron
is transformed into something more fragmentary. By way of a restless and paradoxical
imagination, the narration suspends all criteria of deterministic realism
so as to allude to the complexity of reality and that writing which recreates
it.
Contributi
Elisa Tinelli
Prolegomeni all’edizione critica del De regno et regis institutione di Francesco Patrizi da Siena - pp. 113-134
Il saggio si propone di presentare alcune delle più rilevanti tematiche eticopolitiche
affrontate da Francesco Patrizi da Siena, vescovo di Gaeta dal 1464, nel
ponderoso trattato De regno et regis institutione, ch’egli offrì ad alAfonso ii d’aragona,
figlio di Ferdinando i, nel 1484, nonché di inquadrare l’opera nel più
generale contesto della letteratura politica d’età umanistico-rinascimentale. si
offre, infine, la descrizione della tradizione superstite, manoscritta e a stampa,
del De regno.
★
This essay aims to present some of the most important ethical-political issues
dealt with by Francesco Patrizi from Siena, bishop of Gaeta from 1464 onwards,
in a weighty treatise, De regno et regis institutione, which he offered to Alfonso II
of Aragon, son of Ferdinand I, in 1484, setting the work into the wider context
of political literature during the age of Humanism and the Renaissance. It also
describes the surviving manuscript and printed tradition of De regno.
Stefano Evangelista
Idealismo e modernismo nella cultura letteraria fin de siècle alla luce delle corrispondenze fogazzariane - pp. 135-160
Alla fine del diciannovesimo secolo l’ideologia fogazzariana si proiettò sullo
sfondo di un clericalismo riformista di ascendenza cattolica, mentre il suo coinvolgimento
in quel movimento che prendeva il nome di Modernismo si rifletté
soprattutto sulla composizione de Il Santo. Finalità del saggio è descrivere
l’ambiente culturale in cui Fogazzaro sviluppò la sua ideologia e la sua poetica,
tenendo nel giusto conto anche la fortunata ricezione estera delle sue opere e le
relazioni con i suoi corrispondenti in Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti.
★
At the end of the nineteenth century, Fogazzaro’s ideology projected itself on
the background of a reformist clericalism of Catholic ancestry, while his involvement
in the Modernist movement influenced above all the composition of
his novel Il Santo. The aim of the essay is to describe the cultural environment in
which Fogazzaro developed both his ideology and his poetics, taking into account
the successful reception of his works in foreign countries and the relationships
with his correspondents in Italy, France, England and the United States.
Virginia di Martino
«In terra d’oltremare» o «in una villa solitaria»: l’esilio nei Colloqui di Guido Gozzano - pp. 167-177
Nella poesia di gozzano l’esilio coincide con una situazione di esclusione: dalla
vita, dall’amore, paradossalmente anche dalla morte. Quest’ultima, come leggiamo
nei versi della Signorina Felicita, «esilia» il poeta «in terra d’oltremare»,
in un altrove che assume presto le caratteristiche di una stampa esotica. diverso
l’isolamento al quale si autocondanna Totò Merumeni che, definitivamente
chiuso nella sua «villa triste», canta «l’esilio e la rinuncia volontaria».
★
In Gozzano’s poetry exile coincides with a situation of exclusion: from life, love
and paradoxically even from death. The latter, as we read in the verses of La
signorina Felicita, «exiles» the poet «overseas», in an elsewhere that soon takes
on the features of an exotic print. Totò Merumeni condemns himself to a different
type of isolation: definitively shut up in his «sad villa», he sings of «exile
and voluntary renouncement».
Carlangelo Mauro
Sull’ultimo Cucchi. Ritorno alle origini senza affanno - pp. 179-195
Nell’ultimo libro di Maurizio Cucchi, Paradossalmente e con affanno, che comprende
testi giovanili e il poemetto La sciostra, scritto invece nel 2013, l’attimo di
onirica «sospensione felice» del poemetto è il riappropriarsi, da parte del soggetto,
del tempo più autenticamente vissuto, proprio nel momento di pausa,
tregua e sosta, che equivale ad uno stadio di ‘decrescita felice’ (Latouche) a
contatto con la frugalità, la semplicità, la manualità di cui la «sciostra» è, in
senso letterale, depositaria. Il magazzino sul naviglio è il correlativo di un ritorno
alle origini della propria storia, in un tempo e in uno spazio ‘ritrovati’.
★
In Maurizio Cucchi’s latest book, Paradossalmente e con affanno, including juvenilia
and the long poem La sciostra dating back to 2013, the moment of dreamlike
«happy suspension» of the long poem means, for the subject, a re-appropriation
of the past in its authenticity, precisely in a break, truce and stop that may
be equated to a phase of «happy decrease» (Latouche) in contact with that frugality,
simplicity and manual skill of which the «sciostra» is, literally, a depositary.
The warehouse on the waterway represents the correlative of a return to
the origins of one’s own history, in a ‘newly discovered’ time and space.
Note e discussioni
Francesco Tateo
Fortuna di un (presunto) errore testuale: Aulo Gellio, 1, 23, 8; Giovanni Pontano, Aegidius, 44 - pp. 191-196
Recensioni
Umberto Lorini
Gabriele d’Annunzio, «La miglior parte della mia anima». Lettere alla moglie (1883-1893), a cura di Cecilia Gibellini,
Milano 2018 - pp. 197-199
Alberto Comparini
C’è un lettore in questo testo? Rappresentazioni della lettura nella letteratura italiana, a cura di Giovanna Rizzarelli
e Cristina Savettieri, Bologna 2016 - pp. 205-208
Irene Pagliara
Fabio Moliterni, Sciascia moderno. Studi, documenti e carteggi, Bologna 2017 205
- pp. 199-202
Paolo L. Bernardini
Clara Leri, “Questo strano, lunghissimo viaggio”. Cristina Campo tra dialogo epistolare e bellezza liturgica, Alessandria
2018 - pp. 202-205
Saggi
GIANNI OLIVA
«Questi, che mai da me non fia diviso» (Inf. V, 135) - pp. 3-12
Il celebre episodio di Paolo e Francesca è qui rivisitato da un’interpretazione singolare che cancella definitivamente l’alone romantico che su di esso si era accumulato nel corso del tempo. Facendo leva su alcuni aspetti non sufficientemente considerati che il testo stesso ci indica e, soprattutto, sul sistema della poena sensus sul quale poggia il principio del contrapasso, il saggio insiste sulla inusuale condizione in cui sono ritratti i corpi dei due amanti e su una nuova visione della pietas di Dante che ne provoca l’irrepetibile svenimento. ★ The famous episode of Paolo and Francesca is here revisited by a singular interpretation that definitively cancels the romantic halo that had accumulated over the course of time. Leveraging on some aspects not sufficiently considered that the text itself indicates to us and, above all, on the poena sensus system on which the principle of contrapasso rests, the essay insists on the unusual condition in which the bodies of the two lovers are portrayed and on a new vision of the pietas of Dante which causes the unrepeatable fainting.
Gáldrick de la Torre Ávalos
Garcilaso de la Vega lettore di Vittoria Colonna: per una interpretazione del sonetto Clarísimo marqués, en quien derrama* - pp. 13-39
Nel presente studio si realizza una lettura critica del sonetto XXI di Garcilaso, diretto a un «clarísimo marqués», che alcuni studiosi hanno identificato nella persona del marchese del vasto alfonso d’avalos. attraverso un esame delle fonti e un’analisi del ritratto poetico del marchese nel contesto più ampio del petrarchismo e dell’umanesimo meridionale, con particolare attenzione al cenacolo d’ischia, si apportano nuovi elementi a favore di tale identificazione. ★ The present study furnishes a critical reading of Garcilaso’s sonnet XXI, addressed to a «clarísimo marqués», whom some scholars have associated with the marquis of Vasto Alfonso d’Avalos. By means of an examination of the sources and an analysis of the poetic portrait of the marquis within the wider context of Petrarchism and southern Humanism, with particular reference to the cenacle in Ischia, it supplies new evidence in support of such an identification.
Alviera Bussotti
Alfieri e i soggetti storici moderni nelle pagine del «Conciliatore» - pp. 41-58
L’articolo affronta il dibattito sorto nella rivista milanese «il Conciliatore» sui soggetti storici moderni e sul loro impiego nella tragedia di Alfieri. Prendendo in esame i contributi e le recensioni di Silvio Pellico, Ermes visconti, Giuseppe Nicolini e Ludovico Di Breme, il saggio intende mostrare come i giudizi espressi sulla produzione dell’Astigiano siano da ricondurre alla promozione da parte del ‘foglio azzurro’ di una tragedia ‘nazionale’ italiana fondata sul recupero della storia medievale e moderna. ★ This articles looks at the debate that developed in the Milanese journal «Il Conciliatore » concerning modern historical subjects and their utilization in Alfieri’s tragedies. By examining contributions and reviews by Silvio Pellico, Ermes Visconti, Giuseppe Nicolini and Ludovico Di Breme, it sets out to show how their opinions on Alfieri’s writing go back to the journal’s promotion of a ‘national’ Italian tragedy founded on medieval and modern history.
RAFFAELE CAVALLUZZI
La vita degli uomini come “storia di sangue e corpi nudi”. Personaggi omodiegetici del Sentiero dei nidi di ragno di I. Calvino - pp. 59-75
Violenza bestiale dei nazifascisti, rancorosa crudeltà dei combattenti di una guerra di liberazione che sfiora il conflitto ‘civile’, estrema miseria degli ultimi, misoginia di un sesso senza remore, nel primo grande romanzo di Calvino sono filtrati dallo sdoppiato punto di vista dei due personaggi omodiegetici del piccolo Pin e del commissario comunista Kim, mentre la spietatezza della vicenda è avvolta, in fondo, dall’ingenuo alone fiabesco – tenero e ad un tempo ruvidamente realistico – di un riscatto di sapore chapliniano. ★ Beastly Nazi violence, spiteful cruelty of soldiers in a war of liberation that borders on a ‘civil’ conflict, extreme misery of the latter, misogyny of a sex without any scruples, in Calvino’s first great novel are filtered through the twin viewpoints of two homodiegetic characters, the little Pin and the Communist commissioner Kim, whilst the ruthlessness of events is surrounded, deep down, by a naïve, fairy-tale halo – at the same time tender and roughly realistic – of redemption in a Chaplinesque sense.
GIOVANNI DE LEVA
La guerra dei padri. Beppe Fenoglio e il primo conflitto mondiale - pp. 77-92
Il saggio ripercorre l’inchiesta storico – narrativa sul primo conflitto mondiale che Beppe Fenoglio sembra svolgere tra Un giorno di fuoco (1955) e I penultimi (1962-1973), alla ricerca d’un raccordo politico e morale tra la Grande Guerra e la Resistenza. Si tratta d’un percorso accidentato, che tra l’altro vede lo scrittore cambiare radicalmente posizione sul conflitto, prima di riuscire a tracciare una linea genealogica e una tradizione culturale di riferimento. ★ This essay surveys the historical-narrative inquiry into the First World War that Beppe Fenoglio seems to carry out between Un giorno di fuoco (1955) and I penultimi (1962-1973) in a search for political and ethical links between the Great War and the Resistance. It is a bumpy ride in which the author alters radically his position concerning the war, prior to tracing a family tree and a cultural tradition on which to base his research.
Meridionalia
FLORA DI LEGAMI
Un ironico gioco di contrappunti. Il Decameroncino di Luigi Capuana - pp. 95-114
Il Decameroncino è testo emblematico, nell’officina letteraria di Capuana, di una costante ricerca teorica sulla forma della novella moderna. Il rapporto esibito con l’opera di Boccaccio permette allo scrittore di Mineo di istituire un sapiente gioco di riprese e ribaltamenti, tessuto col doppio filo del contrappunto ironico. L’organico sistema del Decameron è rimodulato nel senso del frammentario. Tramite un fantastico inquieto e paradossale, la narrazione sospende criteri di realismo determinista per alludere alla complessità del vero e della scrittura che lo figura. ★ Within Capuana’s literary output, the Decameroncino displays a constant theoretical interest in the form of the modern short story. The relationship with Boccaccio’s work allows the writer skillfully both to reuse and to turn upside-down the source text in an ironic counterpoint. The organic system of the Decameron is transformed into something more fragmentary. By way of a restless and paradoxical imagination, the narration suspends all criteria of deterministic realism so as to allude to the complexity of reality and that writing which recreates it.
Contributi
Elisa Tinelli
Prolegomeni all’edizione critica del De regno et regis institutione di Francesco Patrizi da Siena - pp. 113-134
Il saggio si propone di presentare alcune delle più rilevanti tematiche eticopolitiche affrontate da Francesco Patrizi da Siena, vescovo di Gaeta dal 1464, nel ponderoso trattato De regno et regis institutione, ch’egli offrì ad alAfonso ii d’aragona, figlio di Ferdinando i, nel 1484, nonché di inquadrare l’opera nel più generale contesto della letteratura politica d’età umanistico-rinascimentale. si offre, infine, la descrizione della tradizione superstite, manoscritta e a stampa, del De regno. ★ This essay aims to present some of the most important ethical-political issues dealt with by Francesco Patrizi from Siena, bishop of Gaeta from 1464 onwards, in a weighty treatise, De regno et regis institutione, which he offered to Alfonso II of Aragon, son of Ferdinand I, in 1484, setting the work into the wider context of political literature during the age of Humanism and the Renaissance. It also describes the surviving manuscript and printed tradition of De regno.
Stefano Evangelista
Idealismo e modernismo nella cultura letteraria fin de siècle alla luce delle corrispondenze fogazzariane - pp. 135-160
Alla fine del diciannovesimo secolo l’ideologia fogazzariana si proiettò sullo sfondo di un clericalismo riformista di ascendenza cattolica, mentre il suo coinvolgimento in quel movimento che prendeva il nome di Modernismo si rifletté soprattutto sulla composizione de Il Santo. Finalità del saggio è descrivere l’ambiente culturale in cui Fogazzaro sviluppò la sua ideologia e la sua poetica, tenendo nel giusto conto anche la fortunata ricezione estera delle sue opere e le relazioni con i suoi corrispondenti in Italia, Francia, Inghilterra e Stati Uniti. ★ At the end of the nineteenth century, Fogazzaro’s ideology projected itself on the background of a reformist clericalism of Catholic ancestry, while his involvement in the Modernist movement influenced above all the composition of his novel Il Santo. The aim of the essay is to describe the cultural environment in which Fogazzaro developed both his ideology and his poetics, taking into account the successful reception of his works in foreign countries and the relationships with his correspondents in Italy, France, England and the United States.
Virginia di Martino
«In terra d’oltremare» o «in una villa solitaria»: l’esilio nei Colloqui di Guido Gozzano - pp. 167-177
Nella poesia di gozzano l’esilio coincide con una situazione di esclusione: dalla vita, dall’amore, paradossalmente anche dalla morte. Quest’ultima, come leggiamo nei versi della Signorina Felicita, «esilia» il poeta «in terra d’oltremare», in un altrove che assume presto le caratteristiche di una stampa esotica. diverso l’isolamento al quale si autocondanna Totò Merumeni che, definitivamente chiuso nella sua «villa triste», canta «l’esilio e la rinuncia volontaria». ★ In Gozzano’s poetry exile coincides with a situation of exclusion: from life, love and paradoxically even from death. The latter, as we read in the verses of La signorina Felicita, «exiles» the poet «overseas», in an elsewhere that soon takes on the features of an exotic print. Totò Merumeni condemns himself to a different type of isolation: definitively shut up in his «sad villa», he sings of «exile and voluntary renouncement».
Carlangelo Mauro
Sull’ultimo Cucchi. Ritorno alle origini senza affanno - pp. 179-195
Nell’ultimo libro di Maurizio Cucchi, Paradossalmente e con affanno, che comprende testi giovanili e il poemetto La sciostra, scritto invece nel 2013, l’attimo di onirica «sospensione felice» del poemetto è il riappropriarsi, da parte del soggetto, del tempo più autenticamente vissuto, proprio nel momento di pausa, tregua e sosta, che equivale ad uno stadio di ‘decrescita felice’ (Latouche) a contatto con la frugalità, la semplicità, la manualità di cui la «sciostra» è, in senso letterale, depositaria. Il magazzino sul naviglio è il correlativo di un ritorno alle origini della propria storia, in un tempo e in uno spazio ‘ritrovati’. ★ In Maurizio Cucchi’s latest book, Paradossalmente e con affanno, including juvenilia and the long poem La sciostra dating back to 2013, the moment of dreamlike «happy suspension» of the long poem means, for the subject, a re-appropriation of the past in its authenticity, precisely in a break, truce and stop that may be equated to a phase of «happy decrease» (Latouche) in contact with that frugality, simplicity and manual skill of which the «sciostra» is, literally, a depositary. The warehouse on the waterway represents the correlative of a return to the origins of one’s own history, in a ‘newly discovered’ time and space.
Note e discussioni
Francesco Tateo
Fortuna di un (presunto) errore testuale: Aulo Gellio, 1, 23, 8; Giovanni Pontano, Aegidius, 44 - pp. 191-196
Recensioni
Umberto Lorini
Gabriele d’Annunzio, «La miglior parte della mia anima». Lettere alla moglie (1883-1893), a cura di Cecilia Gibellini, Milano 2018 - pp. 197-199
Alberto Comparini
C’è un lettore in questo testo? Rappresentazioni della lettura nella letteratura italiana, a cura di Giovanna Rizzarelli e Cristina Savettieri, Bologna 2016 - pp. 205-208
Irene Pagliara
Fabio Moliterni, Sciascia moderno. Studi, documenti e carteggi, Bologna 2017 205 - pp. 199-202
Paolo L. Bernardini
Clara Leri, “Questo strano, lunghissimo viaggio”. Cristina Campo tra dialogo epistolare e bellezza liturgica, Alessandria 2018 - pp. 202-205